sabato 22 dicembre 2012

24 dicembre 1947 - Racconto di Natale

Racconto di Natale, con contenuto simile al racconto del giorno di Santa Lucia pubblicato qualche giorno fa... rileggo e mi commuovo, si non ho alcuna vergogna a dirlo... Quanta generosità, ingenuità, fiducia nel prossimo... si stava davvero così male?

Racconta mia madre che era consuetudine, ogni anno, per suo padre, verso i primi di dicembre, segnare con il gesso delle linee sulla trave della cucina. Quei segni indicavano la lunghezza del torrone che i figli avrebbero ricevuto a Natale, una specie di calendario dell'Avvento, misuratore della bontà o meno dei cinque pargoli. La nonna alla sera, con fare serio riferiva il comportamento di ognuno e la linea, a seconda, si accorciava o si allungava.
Era il 1947, un anno particolarmente freddo e il nonno, muratore, dato il clima molto rigido non aveva occupazione... Arrivò dicembre ed il Natale era lì a pochi giorni oramai ma di segni sulla trave neanche l'ombra. Ogni giorno il Nonno Pino usciva alla ricerca di un lavoro  ed ogni volta ritornava abbacchiato scuotendo il capo. La nonna aveva intensificato le suppliche alla Divina Provvidenza ed in casa si avvertiva un che di preoccupazione e di scontento. Il nonno non parlava più, racconta mia madre, aveva abbandonata anche la pipa e il poco tabacco che poteva permettersi e continuava la ricerca di un lavoro, inutilmente.
Venne la Vigilia, durante la notte era nevicato molto abbondantemente, la mattina tutto luccicava di ghiaccio e di sole ed il nonno come oramai quotidianamente soleva fare era uscito, mentre i bambini affollavano la via giocando con la neve. Ritornò nel pomeriggio, allegro, trasformato, loquace... la famiglia si raccolse intorno a lui incuriosita e così iniziò il racconto di quanto accaduto...Raccontò di aver visto un'automobile sbandare per il fondo stradale ghiacciato, finire fuori strada e terminare la corsa nelle acque gelide di una Roggia, al che lui, senza indugi, abbandonata la bicicletta, scese nell'acqua e trasse in salvo l'occupante, un ricco signore milanese il quale... qui il nonno Pino si interruppe e frugando in una tasca del tabarro estrasse una banconota, una grossa banconota, gratitudine dell' uomo salvato dalle acque. La nonna scoppiò a piangere e iniziò a pregare, lui, trionfante si congedò dalla famiglia dicendo:” Vado ad avvertire Gesù Bambino perchè stasera si ricordi di passare anche da noi!”.
Venne la sera, il sereno del giorno aveva intensificato il freddo e il cortile, gli alberi e tutto l'intorno sembravano di cristallo... Il cielo iniziava ad annuvolarsi nuovamente... “sta not fioca ammò” disse la nonna riponendo in dispensa l'abbondanza che la Provvidenza aveva concesso... i bambini si eccitavano all'idea di altra neve... “RAPE!, RAPEE!” si sente gridare nel cortile... un espressione interrogativa scolpì il viso del nonno al che, brandita la pipa e la borsina del tabacco, si affacciò alla porta incuriosito. Un omino infagottato con un carretto e sopra al carretto due casse di rape gelate e dure come dei sassi. Si avvicinarono. “Benedetto uomo!” disse il nonno “chi volete che vi compri delle rape la sera di Natale? L'omino si voltò, abbassò lo sguardo e disse “ho a casa sette figli e ho solo le rape per farli mangiare domani” Il nonno guardò l'uomo e si rivide...vide i figli alla finestra, sentì ancora una volta le preghiere della moglie, ripensò alla fame e al freddo...”set fiö” disse con un filo di voce... affondò la mano nella tasca e raccogliendo quello che rimaneva della banconota disse: “bene, un po' di rape ve le compro io allora”.
I due uomini si guardarono alcuni istanti in silenzio, qualche fiocco di neve iniziò a scendere, gli occhi dell' omino luccicavano... “Grazie, Grazie, Buon Natale” disse commosso dopo aver depositato a terra una cassa di rape, “Buon Natale anche a Voi “ ricambiò il nonno e rimase lì, nel cortile a guardare il carretto allontanarsi.
Iniziò a nevicare copiosamente, nelle case le stufe crepitavano e attutito dai fiocchi, arrivava l'eco di una remota cantoria... “Adeste Fideles Laeti Triumphantes”...

Buon Natale a tutti voi

Lele


lunedì 17 dicembre 2012

18-12-1999

...si, mi ricordo di lui, me lo ricordo sempre brizzolato, magro, uguale, con la sigaretta perennemente accesa, mi ricordo della calma che usava in ogni azione e dell'essere comunque determinato e fermo sulle proprie idee... mi ricordo che ci voleva davvero bene, senza fronzoli o ostentazioni... si, mi ricordo anche che lo tempestavamo di domande e che lui con garbo  dava soddisfazione alla nostra curiosità, sempre... mi ricordo  che aveva delle mani d'oro: non c'era lavoro che non sapesse fare, fosse manuale o di estremo concetto, mi ricordo che era un genio della matematica e di tutte le sue applicazioni; avrebbe potuto tranquillamente esserne docente universitario ma ha preferito coltivarla con passione, senza doveri... si, mi ricordo di lui, della sua generosità, mai manifestata apertamente, mai, mi ripeto, ostentata... mi ricordo che era tifosissimo della Juventus e di come esultava ad un goal o di come rimaneva calmo in caso di rete subìta o sconfitta... mi ricordo dei suoi libri di geografia, di matematica (in tedesco e francese!), delle sue centinaia di dischi di musica classica, dell' enciclopedia Treccani, acquistata per noi con sudore... Mi ricordo delle tessere del P.C.I., di quando era Sindaco, delle riunioni, dei "Compagni" che ogni tanto passavano in casa a chiacchierare... mi ricordo della Peugeot 104 blu con cui ci portava alla scuola materna, mi ricordo della 131 e di un viaggio interminabile nella neve per Vicosoprano, mi ricordo della Tipo, la sua ultima auto... ah, già Vicosoprano... mi ricordo che lo amava... anche se era un furestu... mi ricordo che amava la nostra casetta, mi ricordo i sacrifici fatti per costruirla... mi ricordo che amava mia madre, e che fra loro c'erano sempre parole di serenità, mai un'offesa o qualcosa di fuori posto... avranno pure discusso, sempre con pacatezza e rispetto, senza mai coinvolgere terze persone... Mi ricordo del 18 dicembre 1999, era un freddo sabato, mi ricordo i suoi occhi, illuminati davanti all'albero di Natale che solo per lui avevo fatto... mi ricordo che ci ha lasciati così, dopo una malattia lunga e penosa, come era solito fare, in silenzio e con un sorriso... ciao Papà.

Lele

Il 18 dicembre 1999 è morto mio padre, domani cade il tredicesimo anniversario... quante cose sono accadute in tutto questo tempo... Non so farne un bilancio, di alcune non me ne faccio una ragione e mai me la farò... Ricordo e il farlo mi pugnala.

giovedì 13 dicembre 2012

13 dicembre, Santa Lucia.

Il giorno di Santa Lucia, quasi trent'anni fa.
...erano giorni che Gigi ed io stavamo a rimirare i regali che Gesù Bambino inavveritamente aveva depositato in anticipo sotto l'albero... una pista delle macchinine Polistyl e un piccolo plastico con un treno elettrico Lima stavano oziosi in un angolo del soggiorno, illuminati da crepitanti lucine natalizie, in attesa di essere demoliti da noi due furie scatenate...
 Era freddo, molto, una neve sottile e ghiacciata aveva già dalla notte imbiancato la Pianura ed aveva vetrificato gli alberi, nessuno in giro, ogni tanto un trattore ferragliava sulla strada con la lama per la "calà", ogni tanto un'auto cautamente avanzava a passo d'uomo.
Mio padre era a casa dal lavoro, mia madre spremeva ore di straordinari in una biblioteca di Pavia, i lavori per la casa nuova erano iniziati e assorbivano gran parte delle risorse della famiglia... Mancava nulla ma si era "al risparmio"... tutto era centellinato e le spese da affrontare erano attentamente vagliate dai miei genitori.
La via era bianca, un uomo piegato contro le raffiche del vento avanzava scomposto... un impermeabile, un cappellaccio, una cassetta da venditore ambulante a tracolla; alto, macilento, i baffi bianchi di gelo, merce povera, calze di spugna, fazzoletti di carta, aghi e fili: uno spaventapasseri in balìa degli elementi... Camminava  e si avvicinava  alle palazzine ove al momento abitavamo, provò ad alcuni citofoni, nessuna risposta, desistette... "guarda papà... c'è uno che vende... ma è un matto sicuro!" risi.  Mio padre non si scompose, accese una sigaretta, si calcò in testa il colbacco  e si avviò verso la porta... Ci precipitammo alla finestra. Nella neve confabularono, il giovane scuoteva il capo, mio padre continuò a parlare, allargò le braccia e con un gesto amichevole indicò la strada per casa nostra..."ma cun stò freg"... sentii dire a mio padre... Entrarono, le scarpe, le spalle, il cappello pieni di neve... "eh, ostia, non ho proprio venduto niente oggi!" disse il giovinastro mentre già il colorito stava tornando ed un sorriso stentato illuminava il suo sguardo... Mio padre aprì il cassetto della scrivania, trasse il portafoglio e dal portafoglio l'unica banconota presente, un cinquemila lire... un cinquemila lire di "Antonello da Messina", marrone, sgualcito... No, No, non ho il resto, ma figuriamoci capo... cinc mila franc? no!  Dai, dammi i fazzoletti di carta, il "frescolino" (deodorante per ambiente, n.d.L.) e quelle calze lì... Ma non ho il resto, rispose implorante lo spaventapasseri... "Ciapa e va" disse mio padre con già in mano i poveri oggetti acquistati porgendo la banconota... "Non so cosa dire..." disse incredulo...  "Ghet da di nient",disse mio padre " Grazie, grazie" rispose commosso il venditore cercando la porta...  Uscì sorridendomi ed ancora oggi mi ricordo i suoi occhi lucidi e l' impermeabile bagnato fradicio...
Rincasò a sera mia madre, una giornata di lavoro, un viaggio interminabile nella neve...uno sguardo alla scrivania... "Pietro, cos'hai comprato!, lo sai, non è il caso di spend..."- "Angela!"- interruppe dolcemente mio padre, "ne aveva meno di noi"...  Ora che anche la mamma era rincasata l'atmosfera si faceva rilassata, il tepore domestico contrastava il vento e la neve là fuori, Astro del Ciel suonava da un 33 giri sullo stereo..."è Natale poi" continuò guardando noi due bambini... Mia madre scrollò il capo sorridendo, mi padre accese l'ennesima sigaretta, ed io mi immaginai quell'uomo a casa, finalmente davanti al fuoco, con i suoi bimbi in attesa dell'arrivo di Gesù Bambino...
 Lele

Mi sono ricordato di questo fatto l'anno scorso nel periodo natalizio, l'ho pubblicato su Facebook come "Racconto di Natale 2011", lo ripropongo oggi, 13 dicembre, Santa Lucia.