Racconto di Natale, con contenuto simile al racconto del giorno di Santa Lucia pubblicato qualche giorno fa... rileggo e mi commuovo, si non ho alcuna vergogna a dirlo... Quanta generosità, ingenuità, fiducia nel prossimo... si stava davvero così male?
Racconta mia madre che era consuetudine, ogni anno,
per suo padre, verso i primi di dicembre, segnare con il gesso delle
linee sulla trave della cucina. Quei segni indicavano la lunghezza
del torrone che i figli avrebbero ricevuto a Natale, una specie di
calendario dell'Avvento, misuratore della bontà o meno dei cinque
pargoli. La nonna alla sera, con fare serio riferiva il comportamento
di ognuno e la linea, a seconda, si accorciava o si allungava.
Era il 1947, un anno particolarmente freddo e il
nonno, muratore, dato il clima molto rigido non aveva occupazione...
Arrivò dicembre ed il Natale era lì a pochi giorni oramai ma di
segni sulla trave neanche l'ombra. Ogni giorno il Nonno Pino usciva
alla ricerca di un lavoro ed ogni
volta ritornava abbacchiato scuotendo il capo. La nonna aveva
intensificato le suppliche alla Divina Provvidenza ed in casa si
avvertiva un che di preoccupazione e di scontento. Il nonno non
parlava più, racconta mia madre, aveva abbandonata anche la pipa e il poco tabacco che poteva permettersi e continuava la ricerca di un
lavoro, inutilmente.
Venne la Vigilia, durante la notte era nevicato
molto abbondantemente, la mattina tutto luccicava di ghiaccio e di
sole ed il nonno come oramai quotidianamente soleva fare era uscito,
mentre i bambini affollavano la via giocando con la neve. Ritornò
nel pomeriggio, allegro, trasformato, loquace... la famiglia si
raccolse intorno a lui incuriosita e così iniziò il racconto di
quanto accaduto...Raccontò di aver visto un'automobile sbandare per
il fondo stradale ghiacciato, finire fuori strada e terminare la
corsa nelle acque gelide di una Roggia, al che lui, senza indugi,
abbandonata la bicicletta, scese nell'acqua e trasse in salvo
l'occupante, un ricco signore milanese il quale... qui il nonno Pino
si interruppe e frugando in una tasca del tabarro estrasse una
banconota, una grossa banconota, gratitudine dell' uomo salvato dalle
acque. La nonna scoppiò a piangere e iniziò a pregare, lui,
trionfante si congedò dalla famiglia dicendo:” Vado ad avvertire
Gesù Bambino perchè stasera si ricordi di passare anche da noi!”.
Venne la sera, il sereno del giorno aveva
intensificato il freddo e il cortile, gli alberi e tutto l'intorno
sembravano di cristallo... Il cielo iniziava ad annuvolarsi
nuovamente... “sta not fioca ammò” disse
la nonna riponendo in dispensa l'abbondanza che la Provvidenza aveva
concesso... i bambini si eccitavano all'idea di altra neve... “RAPE!,
RAPEE!” si sente gridare nel cortile... un espressione
interrogativa scolpì il viso del nonno al che, brandita la pipa e la borsina del tabacco, si
affacciò alla porta incuriosito. Un omino infagottato con un
carretto e sopra al carretto due casse di rape gelate e dure come dei
sassi. Si avvicinarono. “Benedetto uomo!” disse il nonno “chi
volete che vi compri delle rape la sera di Natale? L'omino si voltò,
abbassò lo sguardo e disse “ho a casa sette figli e ho solo le
rape per farli mangiare domani” Il nonno guardò l'uomo e si
rivide...vide i figli alla finestra, sentì ancora una volta le
preghiere della moglie, ripensò alla fame e al freddo...”set
fiö” disse
con un filo di voce... affondò la mano nella tasca e raccogliendo
quello che rimaneva della banconota disse: “bene, un po' di rape ve
le compro io allora”.
I due uomini si guardarono alcuni istanti in
silenzio, qualche fiocco di neve iniziò a scendere, gli occhi dell'
omino luccicavano... “Grazie, Grazie, Buon Natale” disse commosso
dopo aver depositato a terra una cassa di rape, “Buon Natale anche
a Voi “ ricambiò il nonno e rimase lì, nel cortile a guardare il
carretto allontanarsi.
Iniziò a nevicare copiosamente, nelle case le stufe
crepitavano e attutito dai fiocchi, arrivava l'eco di una remota
cantoria... “Adeste Fideles Laeti Triumphantes”...
Buon Natale a tutti voi
Lele