martedì 6 novembre 2012

Solo me stesso.
...camminavo con passo inesorabile, calcavo polvere ed orme ormai indecifrabili, incurante, senza volgermi verso quanto percorso, con la mente offuscata dalla rabbia e da un  solo altro pensiero...
 Camminavo da ore nel giorno che moriva, verso un sole sempre più basso, verso un ponente di vette aguzze innevate, nella brezza serotina e più camminavo, più cercavo di mitigare la collera e il ricordo dei silenzi forzati...
 Avanzavo e ad ogni passo aumentavano i dubbi sulla giustezza delle mie azioni ma camminavo senza soluzione di continuità... Il sole era caduto e l'atmosfera si addolciva di suoni lontani e  di profumo di erba bagnata di rugiada... Pensai ai miei bambini, ignari, a casa che mi aspettavano e che impazienti correvano alla finestra ad ogni rumore dall'esterno... I pensieri  mi si mischiarono in un turbine di non più incorrotta decisione...
 Mi fermai davanti al tramonto, dinnanzi ad un orizzonte infinito di colori che arrivavano al nero nel quale già brillavano le stelle, ad una bellissima visione del Mondo... "La vita è una cosa meravigliosa ed è troppo breve per perdere tempo vivendo arrabbiati" dissi bisbigliando... Rimasi per molto tempo immobile e rapito davanti al giorno morente, non pensavo più a quanto accaduto, tutto mi sembrava così lieve ed insignificante, riuscii ad abbozzare un sorriso... Venne il buio, solo un lampo di rosso vergava impercettibilmente una linea remota, da lontano un cane latrava e  un campanile scoccava le ore. I rintocchi, attenuati dal vento che si era rinforzato,  sembravano sempre più lontani, i grilli cantavano alle stelle. 
Mi volsi in silenzio e accorto per non interrompere quella musica, mi volsi di nuovo verso  l’ orizzonte oramai puntinato di luci lontane e ritornai sui miei passi verso casa.

Lele 
(tratto dal mio libro inedito "Solo me stesso")

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