lunedì 14 gennaio 2013

L'impresa

... tempo di ciclismo, di biciclette, di sport. Tempo di tappe memorabili, di RaiSport, di Pantani, della sua pelata lucida, delle smorfie di Coppi, della Borraccia con la "B" maiuscola di Bartali, delle camere d'aria a tracolla di Binda, di Moser e delle sue ruote lenticolari e del mai contento Fignon... povero Laurent, è vero, i migliori se ne vanno via sempre prima... Questo breve racconto non parla di campioni, di televisione, di "dopo tappa"... Parla del sudore vero, di quello che spremiamo noi "mortali" , parla di ruote d'acciaio, di biciclette pesanti, di una borraccia piena di cedrata e di kinder cereali infilati in tasca...

Estate, caldo, sudore e sole, asfalto quasi bianco, rovente di pomeriggi senz'aria, cicale e grilli a rompere l'opprimente silenzio della Pianura.
 Mattino e siamo già "infornati" anche se nella notte un briciolo di vento ha spazzato quell'afa tremenda che caratterizza anche il nostro umore. Caldo.
Chissà dov'è arrivato. Qualche ora fa Gigi è partito per Vicosoprano, senza bagaglio dopo una frugale colazione. E' sparito nelle turbolenze della strada calda; un timido saluto, un cappellino in testa.
 Gigi è partito in bicicletta. Pazzia. Non so se è stata una pazzia, mio padre e mia madre non hanno battuto ciglio. Apprensione, guardo dalla finestra del bagno ed abbraccio una bella fetta di Appennino, aguzzo lo sguardo, mi sembra quasi di vederlo pedalare rasente la riga bianca... Sogno.
La mattina è trascorsa, è partito da quattro ore. Chissà dov'è? Chisà cal fiö là! dice mia madre a mio padre mentre oramai si stà chiudendo il cancello e la partenza è imminente... Partiamo."Papà, vai forte che lo prendiamo" è il mio ritornello e lui, occhiali da sole e sigaretta doma la Tipo con pacatezza, quasi con voluta lentezza, quasi a voler ritardare...  I paesi volano, ci lasciamo alle spalle mezza Valtrebbia, iniziano le salite, le gallerie... un gruppo di ciclisti... al gh'è no lü e via, Bobbio, la Valtrebbia "vera" e poi Marsaglia... Qui si fa dura, basta un po' di gas e il quattro cilindri Fiat scivola su per Salsominore... curva... mi par di vederlo là sulla salita dopo Ruffinati... non è lui. Già me lo immaginavo seduto sul guard-rail, la bici malamente poggiata, una smorfia di dolore... no, è passato di qui senza lasciare traccia... Continuiamo. La salita si fa sentire, si arrampica... come avrà fatto? Un falso piano, la diga di Boschi... bella salita ora... la galleria... e giù, una picchiata per riprendere un po' fiato e dar modo alle gambe di "mollare" un po'. Confine. Fine Emilia Romagna - Inizio Liguria. L'asfalto è ben più ruvido, la salita è insidiosa eppure... curva, rettilineo, salita, curva... Il ponte sull'Aveto. Mancano sei chilometri a Vicosoprano, sei chilometri con poco meno di cinquecento metri di dislivello... Ho il cuore in gola al solo pensiero di pedalare su questa strada, di sfidare questa salita tremenda eppure qualcuno l'ha fatta poco fa... Mio padre guida spedito, quasi pensieroso, anch'egli con la mente a Gigi, a suo figlio ciclista che ha sfidato strada, chilometri e salite interminabili... Vicosoprano. Abbandoniamo l'auto malamente ai piedi dello "scalone" di Pravilla, saliamo in casa, è aperta... un tuffo al cuore...è arrivato allora! Entriamo, la bici sfinita poggiata all' ingresso, briciole di uno spuntino sul tavolo, Gigi dorme sul divano, sereno. Sorrido. Mi sovviene una visione di lui che arranca in salita, che pedala leggero e solca la Valle immota nel sole dell'estate, sento il sibilo del battistrada caldo sull'asfalto e l'ansare a tempo con la cadenza dei pedali... Mi sveglio, sento l'odore della maglietta ancora bagnata di sudore e del grasso con cui la sera prima ha lubrificato la catena e il pignone... "odore di sport" mi dico orgoglioso e senz'altro ritorno leggero all'auto a dare una mano a scaricare...

Si, saranno passati vent'anni da quell'impresa memorabile. Gigi ha sfidato la "strada per Vico" senza un briciolo di allenamento ed è arrivato in poco meno di sei ore. Centotrenta chilometri.
Quanto tempo è passato eppure mi ricordo la sera prima della partenza, la tensione, la mia apprensione... avevo paura che non ci riuscisse...
Oggi pedalo anch'io, mi sono rimesso d'impegno dopo anni di ozio e per questi giorni freddi e nebbiosi mi sono comprato dei "rulli" da camera per allenarmi comunque in casa con la mia bicicletta... Chissà se un giorno riuscirò anch'io a partire per Vicosoprano dimenticando a casa l'automobile?
ripropongo questa foto della mia attuale compagna di pedalate, al tempo usata da Gigi nell'"impresa"

2 commenti:

  1. Sta primavera ci proviamo, in memoria di gigi. Per iniziare potremmo fare piccoli tratti portandoci la bici al seguito. Ma il kinder cereali col caldo conviene non portarlo...

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  2. si, ci proviamo. la mia tattica è quella che ha adottato mio padre:
    noi partiamo (da torre d'arese) e dopo 4 ore parte la Eli con la multipla... se ce la facciamo bene, altrimenti ci raccoglie lei...

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