lunedì 21 maggio 2012

  Fabrizio

... tutte le volte che guardo un tramonto mi girano i coglioni... Sergente Nicola Lo Russo (Diego Abatantuono) nel film Mediterraneo.

E' Domenica, mattina molto presto, saranno quasi le sei, non so. Guido ormai da decine di chilometri, la radio è spenta, nessuno in giro, albeggia.
Penso e canticchio qualcosa immedesimandomi nella canzone, ovviamente mi passano anche i Coldplay, De Andrè e qualche canzone della Montagna o Popolare... Curve, guard-rail, alberi, attenzione frana, altri segnali con improbabili limiti di velocità, Campolungo , Salone ed ecco... Vicosoprano.
Nessuno per la strada, guardo l'orologio, le sette appena passate. Pace, qualche camino fuma, qualcuno c'è, Qualche macchina ai bordi della strada.  
Pacosta è un delirio di aghi di pino, di pigne e di erba alta...sulla panchina restano sbiadite frasi d'amore e cuori trafitti, qualcosa anche di mio. Vento, dal mare, tiepido e "saporito", resta a resistere un po' di neve nei canaloni del Penna e del Maggiorasca, resterà ancora per qualche giorno per poi soccombere alla prima pioggia e con lei spariranno le ultime foglie secche e il verde sarà la dominante insieme all'azzurro del cielo e alle nuvole.
Solo. Giro per i vicoli, la canon 550 in spalla, la borsa a tracolla verso la casa di Fabrizio. Oh balengu! t'è ancu in lettu? lo apostrofo entrando nell'aia -Arrivo!- mi sorride in maglietta e occhiali da sole.
Ciao, ci facciamo un giro fino in zimma? Ok. E brandisce come un'arma letale la sua reflex scorrendo la rotellina e togliendo il tappo all' obiettivo.
Una camminata, su per il paese, per il fossato, S.Antonio, la fonte, il bivio Pescin-Bocca della Selva... Tagliamo giù per Pian Sejun fra i fiori di  un prato e il cielo mutevole, ora scuro ora di un bell'azzurro.
Pian Sejun, qualche foto allo Scarrubbio e al casone, una breve divagazione verso la Costa del Lago fra i zeggi oramai pieni di rovi, niente da fare non si avanza, torniamo sui nostri passi e guadagnamo la strada bianca carrabile.
Cremisella, si parla di donne, confidandoci un poco, soli nell'immenso vuoto della Valle dell'Aveto fuori stagione. Siamo ritornati in paese, una bella camminata di un paio d'ore, una bellissima chiacchierata con un grande amico.
Si avvicina il mezzodì, pensiamo di mangiare "in giro", a Cabanne. Sosta obbligatoria all'Americano, un gotto di bianco e uno sguardo al Secolo XIX e poi via, una colossale fiorentina al "Copa-Cabanne"  e chiacchiere, ricordi, battute e qualche parola di vecchie canzoni.
Ci congediamo dalla Piana e via per Priosa e poi La Scoglina e su per Barbagelata; una lapide ci avverte dell' ennesimo eccidio nazi-fascista e poi in picchiata verso la Valtrebbia. Montebruno, piove a secchiate e una capatina a Fontanigorda, dove beviamo una Birra Balladin, veramente ottima. Il Giro d'Italia alla tivù ci mette in mente Pantani e  l'impresa in una tappa con arrivo ad Oropa. Via, ripartiamo;  la scusa è tornare a Gressuan da Ottone, quello che realmente si vuole è chiacchierare, confidarsi ancora un poco ma il tramonto è li in agguato. Elio e le Storie Tese crepita alla radio con le canzoni degli anni '90, le canzoni di una volta, che ascoltavamo a casa mia al Carrugio della Belliccia negli agosti piovosi, ci ricordiamo pure di un viaggio in giornata a Ulm, in Germania, andati a vedere l'eclissi di Sole totale .
"Fabrizio!, andiamo fino a Capo Nord!" potremmo andare avanti a parlare ancora un po' almeno...
Una sosta a Ottone, un gotto digestivo e poi su, verso il Valico del Monte Veri e poi Orezzoli, Lenguie e poi Pa Tora. Una sosta a Pescin, mi passano per la mente immagini di una partita di calcio, rumori, il fischietto di Enrico l'Arbitro.
Siamo a Vicosoprano, è sera oramai, una capatina in Osteria, un saluto e il magone...
Apnea. Non devo piangere anche questa volta. Parto a spron battuto e solco la Valle dell'Aveto e poi la Valtrebbia ed infine, dopo un paio d'ore, freccia a destra per l'incorcio di Torre d'Arese. A casa c'è nessuno, il vento ha pulito l'orizzonte e tutto scintilla alla Luna...un ultimo sguardo verso l'Appennino, il sole scomparso dietro le Alpi arrossa ancora un poco il cielo.Penso alla giornata trascorsa, a Fabrizio, a quanto abbiamo parlato, a quanto sono stato bene. Adesso è finita... ciao.
Lele

è passato tempo, tutto è ancora nei pensieri, tutto magari un giorno ritornerà...

3 commenti:

  1. Bel racconto e grande citazione iniziale!

    RispondiElimina
  2. che dire, sono commosso. Basterebbe anche una 24 errante tra l'aveto e il trebbia e faccio mia la citazione iniziale. Belli i tramonti, fotogenici, poetici ma "tristi solitari y final"

    RispondiElimina